Con il riscaldamento del clima terrestre, le ondate di calore stanno diventando più frequenti e gravi. I pericoli per la salute dovuti al caldo estremo preoccupano sempre più scienziati e personale medico. C’è una buona ragione: lo stress dovuto al caldo è una delle principali cause di decessi dovuti al clima ogni anno. Ne abbiamo avuto un esempio recente questa estate.
Lo studio della NASA utilizza la temperatura del bulbo umido per esprimere come il nostro corpo sente la temperatura tenendo anche conto dell’umidità relativa. Questa misura riflette quanto ci sentiamo a disagio a causa del caldo e dell’umidità.
Per un po’ di cultura generale, la temperatura del bulbo umido riflette l'effetto refrigerante dell'evaporazione dell’acqua. Può essere determinata facendo passare l’aria sopra un termometro che sia stato avvolto con un tessuto umido. L'effetto refrigerante dell’evaporazione dell'acqua causa una temperatura più bassa rispetto a quella del bulbo secco.
L’essere umano non può sopravvivere ad una temperatura (misurata con bulbo umido) superiore a 35°C per più di sei ore di esposizione. Superata questa soglia, la sudorazione o qualsiasi altro comportamento adattivo, non è sufficiente per abbassare la temperatura del corpo ad un livello di sicurezza. Per nostra fortuna, normalmente questa temperatura è 5-10°C al disotto della temperatura corporea anche in luoghi caldi e umidi.
È difficile dire quando potremmo vedere queste temperature che superino regolarmente i 35°C. È un processo complesso che sta avvenendo gradualmente e si sta svolgendo in modo diverso in luoghi diversi. I modelli climatici prevedono che alcune regioni probabilmente supereranno la soglia di critica nei prossimi 30-50 anni. Le aree più vulnerabili includono l'Asia meridionale, il Golfo Persico e il Mar Rosso intorno al 2050; e Cina orientale, parti del sud-est asiatico e Brasile entro il 2070.
E non pensiate che l’Europa e l’Italia ne siano al di fuori!
Fonte: NASA