Umiliazione Ecologica

La resistenza ad agire adeguatamente contro la crisi climatica potrebbe però avere cause meno razionali. Lo dice, tra gli altri, il climatologo Luca Mercalli, che ha dichiarato di lavorare con gli psicologi per capire come mai c’è tanta resistenza ad affrontare un pericolo ormai così evidente. Sulla stessa linea il vicedirettore del settimanale tedesco Zeit, Bernd Ulrich con Fritz Engel.

Ulrich ed Engel partono dalle “tre grandi umiliazioni” che l’umanità ha subito secondo Sigmund Freud: l’umiliazione “cosmologica” (Copernico: la Terra non è più il centro dell’universo), quella “biologica” (Darwin: l’uomo non è una eccezione nel regno animale) e quella “psicologica” (sempre Freud: gli esseri umani non sono pienamente razionali), per aggiungerne una quarta: “l’umiliazione ecologica” che si sostanzia nella scoperta che non possiamo più vivere e consumare come vogliamo.

“L’umiliazione ecologica” è forse più pesante di tutte le altre, perché per trarre appieno le conseguenze della crisi ambientale gli esseri umani dovrebbero mettere in discussione tutto il modo in cui stanno al mondo e il modo in cui concepiscono il loro stare al mondo. Sotto la superficie, la quarta umiliazione ecologica ferisce l’essere umano in un modo che va al di là di quanto analizzato da Sigmund Freud cento anni fa. Mette in discussione tutto ciò che è motivo di orgoglio e di onore per l’essere umano, mette un punto interrogativo su quasi tutte le narrazioni che l’essere umano moderno ama diffondere su di sé. Dal corso della storia, al significato della propria vita, all’euforia della libertà individuale.

È difficile, secondo i due autori tedeschi, ammettere il danno che stiamo facendo alle nuove generazioni.

Tra gli assunti a cui dobbiamo rinunciare c’è l’idea che l’agire collettivo dell’umanità sia stato in definitiva un progresso e che in sostanza ”il meglio deve ancora venire”. Non è così, le azioni individuali non possono più sperare di essere in qualche modo parte di un progetto di incremento. Invece, sono sospettate di aver contribuito a un’enorme opera di distruzione. In questo modo, la crisi climatica diventa sempre più una sorta di teleologia negativa, il peggio deve ancora venire. Questo intacca anche il patto intergenerazionale, l’idea che i figli staranno meglio dei loro genitori che è alla base dei progetti di tutti i padri e le madri. Oggi, affermano i due autori tedeschi, per i figli è molto difficile onorare i genitori per il mondo che lasciano loro.

La conclusione lascia spazio alla speranza:

La svolta ecologica è una delle più grandi trasformazioni nella storia dell’umanità. Ma d’altra parte, questa umanità non è mai stata così esperta, così potente, così interconnessa come oggi. I presupposti ci sono, il problema non è né scientifico né tecnico, ma puramente mentale. Quindi non dovete semplicemente sopportare la quarta umiliazione. Si può fare qualcosa, il che è piuttosto confortante. È pieno di dignità.

Nel complesso però il saggio dei due autori tedeschi richiede un drastico cambio di mentalità, sacrifici nel nostro modo di vivere e consumare che difficilmente siamo disposti ad accettare. Non si fa abbastanza e Ulrich ed Engel avvertono che un passo nella giusta direzione con un ritmo sbagliato è un passo sbagliato, perché nel tempo dell’esitazione si accumula sempre più anidride carbonica nell’atmosfera.

Fonte: ASVIS

Immagine: Mohamed Hassan

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SENSEARTH è di Omar Livoni
fatto da kappesante nel 2021
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